Gennaio 2018 esplode a Como il fenomeno della baby gang. Si tratta di minorenni provenienti soprattutto dal quartiere periferico di Rebbio.
«Ho sentito tutto suonare, BOOM, battere sulla porta. C’era lì anche il mio miglior amico, che conosco da 11 anni, che dormiva con me, – è Alesk che racconta. – Mia madre aveva visto che erano i carabinieri, non ha capito e ha aperto. Erano le 6 del mattino del 30 gennaio 2019. Son cose che non ti scordi mai. Magari potrò scordarmi come sono stato ai domiciliari, ma quella scena non la scorderò mai. Mia madre che scoppia a piangere con il mio miglior amico, che la consola».
L’arreso del gruppo apre un processo che non si svolge solo nei tribunali. Vari soggetti del territorio si impegnano insieme all’interno di un programma del tutto inedito che coinvolge i ragazzi ma anche l’intera comunità perché un minorenne che compie un reato pone agli adulti, tutti, delle domande.
«Io ho negli occhi il momento in cui il giudice chiede come ti dichiari: “innocente o colpevole?”. – Ricorda Francesca Binaghi, avvocato – Quel ragazzo che ha appena 14 anni e mezzo e una corporatura assolutamente esile, magrolino, chiuso nel suo giubbotto verde, sussurra: “colpevole”. Io questa scena non me la dimenticherò mai».
I ragazzi hanno scontato la pena attraverso la forma della messa alla prova che comporta un insieme di attività riparative, di volontariato e formazione, di avviamento al lavoro, ma anche momenti in cui si confrontano con educatori e cittadini.
«Oltre a questo lavoro di orientamento e d’inserimento al volontariato abbiamo cominciato a partecipare a progetti che hanno introdotto la giustizia riparativa – spiega Max – e un signore in un gruppo mi ha detto “pensa se fosse capitato a te”. Mi ha fatto riflettere. La mia svolta è stata la possibilità di avere la messa alla prova. Grazie a questa ho cominciato a capire che forse ero qualcosa di più di un delinquentello».
La giustizia riparativa è un processo delicatissimo, corale, che apre alla possibilità di maturare una nuova consapevolezza di sé, delle azioni compiute, della possibilità di cambiare, come nel caso di Alesk e Max che hanno generosamente raccontato il loro percorso nel video “Oltre la Baby Gang – un racconto di giustizia riparativa” per progetto COnTatto, Trame riparative nella comunità.